La scoperta del bosone di Higgs, celebrata Urbi et Orbi, ed annunciata al Cern, ha di fatto lasciato in secondo piano una notizia che esalta le eccellenze campane. Così come i Romani svariati secoli fa, oggi, la cosiddetta particella di Dio, ha passato nuove e tecnologiche forche caudine.
Tutte le apparecchiature usate per raccogliere i dati, da parte dei tremila ricercatori del Cern, e quindi usate per certificare l'esistenza della "particella di Dio", infatti, hanno una matrice comune: essere state sviluppate dal team guidato da Pasquale Arpaia, docente di ingegneria elettronica presso l’Università del Sannio continua qui
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